Questa pubblicazione comprende la catalogazione e l'illustrazione di circa 8000[1] reperti, appartenenti al grande capitolo della pseudomoneta, o meglio paramoneta, in quanto termine che più esprime il senso di una vera e propria microcircolazione, parallela e contemporanea alla moneta di corso ufficiale. La raccolta di questi pezzi è iniziata per hobby e si è notevolmente ampliata nel corso degli anni per il mio crescente interesse verso la materia. Si tratta di un argomento generalmente poco studiato, a fronte di una notevole quantità di materiale disponibile. Le fonti scritte sono scarse e non sempre chiare, per cui le opinioni degli studiosi sono spesso discordanti. Non vi è neppure univocità nella terminologia attribuita a questi oggetti nei vari secoli e nei diversi paesi: i testi classici di periodo greco-romano li chiamavano "tessere"[2] , nome usato sino ai giorni nostri[3]), ma Svoronos parlando dei ritrovamenti in bronzo di Atene li definì "pezzi numismatomorfi"[4]; nell'età medievale, divenne predominante la denominazione di "marca"[5], mentre nelle diverse regione italiani si usavano spesso appellativi dialettali ("quartaroli" o "quarteruoli" - in Toscana[6-7], "ferlini"[8] in Emilia, "sterlini"[9] in Liguria, "zètole" o "cetole"[10] nel Veneto, "maglie"[11], "mailles" o "mesalles" in Savoia). In Francia si chiamarono dapprima "merelli" (mereaux), quindi gettoni (da getoirs, gectoue = contare, in antico francese)[12]. È chiaro quindi che il termine "gettone" attualmente impiegato è molto riduttivo, e non rappresentativo dei numerosi impieghi che venivano e vengono fatti tutt'oggi della pseudomoneta. La collezione qui illustrata risulta sicuramente disordinata e squilibrata nelle sue varie parti, dal momento che non sono stati seguiti criteri di particolare rigore scientifico. Peraltro in Italia, dal periodo napoleonico in poi, non esiste alcun lavoro organico (né di classificazione né di valutazione economico-politica[13]), che prenda in considerazione l'imponente circolazione abusiva non cartacea verificatasi soprattutto nel settentrione. Com'è noto, le tessere o gettoni sono stati una testimonianza della vita quotidiana fin da tempi assai remoti, e rappresentano quindi una preziosa fonte di informazioni, oltre che un materiale di inestimabile interesse per i collezionisti, i conservatori e i commercianti: tre figure concatenate, che devono crescere insieme e collaborare per favorire la valorizzazione dei beni culturali, grande risorsa naturale del nostro paese. I collezionisti soprattutto devono approfondire in chiave storica, archeologica e artistica gli oggetti raccolti, liberandosi dalla volontà di possesso[14] e dal concetto di profitto per ricondurre la loro attività a quelle prerogative di divertimento che caratterizzano la maggior parte degli hobbies.
A tutti coloro che intendono tutelare e promuovere l'hobby come mezzo per migliorare la qualità della vita, Burlamacco - figlio di Bacco e re del Carnevale[15] - lancia dalla copertina di questo libro tanti meravigliosi gettoni di ogni epoca e tipo, per una festa continua al di fuori dello spazio e del tempo!
Paolo Pitotto
Viareggio, 11/02/2006
[1] Il numero si riferisce al 2006, ed è stato largamente superato negli anni successivi.
[2] Plauto (215-184 a.C.), Casina, atto II, scena III, v. 258: plumbeos nummos; Trinummo, atto IV, scena II, v. 962: peculi nummus non est plumbeus; Mostellaria, atto IV, scena II, v. 892: nummum numquam credam plumbeum. Marziale (38-104 d.C.), Epigrammi, I, XCIX, v. 15: plumbea selibra; III, VII, v. 1: quadrantes; X, LXXIV, v. 4: plumbeos. Svetonio (70-140 d.C.), Vite dei Cesari. Augusto, XLI: tesserasque nummarias.
[3] S. Ricci, risposta a "A. Grassi, I Chiaramonte e le loro monete", Bollettino di Numismatica e di Arte della medaglia, anno II, n. 3 (1904), pp. 27-32; anno II, n. 4 (1904), pp. 37-41; anno III, n. 3 (1905), pp. 38-39.
[4] J.N. Svoronos, Tessères en bronze du théâtre dionysiaque de Lycourgos et de l'assemblée cleisthénienne des Athéniens, RIN, anno XI, fasc. IV (1898), tavv. XII-XV + continuazione.
[5] R. Sellari, Lettera sopra le marche o sieno tessere mercantili del secolo XIV, XV e XVI al sig. dottor Giovanni Lami, tolta dalle Novelle Letterarie di Firenze dell'anno 1774, in G.A. Zanetti, Nuova raccolta delle monete e delle zecche d'Italia, Bologna 1775, tomo II, pp. 499-504.
[6] A. Lisini, Alcune osservazioni intorno alle tessere mercantili, Periodico di Numismatica e Sfragistica per la Storia d'Italia, anno VI, fasc.VI (1874), pp. 286-297 + tav. XI.
[7] Secondo l'Accademia della Crusca i quarteruoli sono "pezzetti d'ottone ridotti a guisa di monete simili al fiorino dell'oro", secondo Du-Cange è una misura di capacità, mentre a Venezia erano monete, e più esattamente quelle che valevano una quarta parte del soldo.
[8] G. Verci, Lettera al sig. Guid'Antonio Zanetti sopra le marche o sia tessere carraresi, in G.A. Zanetti, Nuova raccolta delle monete e delle zecche d'Italia, Bologna 1775, tomo III, pp. 425-435.
[9] G. Avignone, Medaglie dei Liguri e della Liguria, Genova 1872, pp. 269-271.
[10] G. Majer, Le tessere delle scuole religiose di Venezia, Rivista italiana di numismatica e scienze affini, 1927, pp. 17-40 e tav. III.
[11] F. Rabut, Di alcune maglie da tavernaio in Savoia, Periodico di Numismatica e Sfragistica per la Storia d'Italia, anno VI, fasc. III (1874), pp. 127-133 + tav. V.
[12] E. Martinori, La moneta - vocabolario generale, Ist. Italiano di Numismatica Ed., Roma 1915, s.v. gettone, vol. I, p. 180, tavv. XL-XLI; s.v. méreau, vol. I, p. 280; s.v. tessera, vol. II, p. 518, tav. CXXXIV; s.v. token, vol. II, p. 528.
[13] Aristotele, Etica a Nicomaco, V, 5, 6 e Politica, 1257ab.
[14] Molti collezionisti manifestano comportamenti di tipo ossessivo-compulsivo (DOC), piccole manie spesso sottostimate e ampiamente sottodiagnosticate.
[15] Burlamacco è la maschera ufficiale del celeberrimo carnevale di Viareggio.
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